Corina Bomann e le sue sorelle di Waldfriede

Chi ha letto i libri di Corina Bomann conosce già la straordinaria capacità di questa autrice nel raccontare il coraggio e la passione delle donne

La saga Le sorelle di Waldfriede conferma questo talento speciale con un elemento in più. Nel narrare le vicende di Hanna, la protagonista del primo volume della saga, ha preso spunto da una storia vera: Hanna Rinder è stata un’infermiera realmente esistita e vissuta in Germania tra le due guerre. Ha lasciato un diario, dal quale Bomann ha tratto ispirazione. 
Ne L’ora delle stelle conosciamo dunque Hanna, una giovane infermiera che, distrutta dalla perdita del fidanzato nella Prima Guerra Mondiale, trova lavoro presso l’ospedale di Waldfriede e aiuta il suo primario, il dottor Conradi, nel difficile compito di aprirlo al pubblico. Ma un cuore infranto potrà guarire da una ferita così profonda? 

Sono passati dieci anni e il racconto della vita nell’ospedale di Waldfriede riprende con Una luce nel buio. Siamo nel 1929, in Germania Hitler sta guadagnando sempre più consensi e la posizione degli ebrei si fa ogni giorno più precaria. Hanna ha una nuova collega, la giovane Lily, competente e volenterosa, ma anche molto preoccupata per il futuro dell’ospedale e soprattutto di uno dei suoi medici, di origine ebraica con il quale sembra stia nascendo un sentimento diverso dalla semplice stima professionale. 

Nel 1939 il nazismo è ormai una terribile realtà e la Seconda Guerra Mondiale ha iniziato le sue devastazioni. La protagonista del terzo titolo della serie, Giorni di tempesta, è la dottoressa Helene. Anche lei, come Hanna e Lily, mette tutta se stessa nella cura malati, ma si scontra con il suo capo, sostenitore di Hitler. C’è solo una persona di cui si può fidare e a cui vorrebbe donare il suo cuore…

La saga si concluderà con il quarto volume, in arrivo in autunno, Il tempo delle meraviglie. Ambientato nella Germania del secondo dopoguerra, racconta le vicende di Christina, specializzanda in ostetricia, che ha perso in guerra il padre e il fratello e ha trovato rifugio al Waldfriede insieme a molti altri sfollati. Per lei Hanna è come una madre adottiva e l’ospedale la sua nuova famiglia. Ma i tempi duri non sono ancora finiti, infatti con il blocco di Berlino del 1948, la città si troverà isolata, senza corrente e rifornimenti. L’unica nota positiva è l’incontro con Peter, un giovane meccanico. 
 

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