Francesco D’Adamo: avventura, magia e coraggio nei suoi piccoli grandi eroi

 

Siamo lieti di condividere con le nostre lettrici e i nostri lettori la notizia che Francesco d'Adamo ha vinto il Premio Andersen 2023 come miglior scrittore. Aggiunge dunque, al suo già ricco palmares, questo prestigiosissimo riconoscimento che si affianca allo Strega ragazze e ragazzi vinto solo pochi mesi fa. Lo avevamo incontrato in quella occasione e gli avevamo posto alcune domande sulla sua carriera di scrittore.

Il coraggio, la passione, la lealtà, e poi l’avventura, la fantasia, la magia: questi sono alcuni degli ingredienti che si ritrovano nei tanti romanzi scritti da Francesco D’Adamo che da anni accompagna i più giovani alla scoperta del mondo, delle sue ingiustizie e delle battaglie che è giusto combattere per renderlo un luogo migliore. Francesco è uno scrittore “con la valigia”, sempre pronto a partire per incontrare i suoi lettori. Sa che i romanzi hanno il potere di emozionare e di comprendere quello che avviene intorno a noi e gli piace parlarne con i ragazzi e le ragazze di oggi, adulti di domani.
Lo abbiamo incontrato e non potevamo che partire da una domanda sul prestigioso premio Strega ragazze e ragazzi, vinto nel 2022 con Giuditta e l’orecchi del diavolo, un premio che viene assegnato da una giuria composta dai giovani lettori. 

Come ti spieghi che una storia ambientata nel periodo della guerra e della resistenza abbia colpito così tanto i tuoi lettori?
Quello della lotta partigiana è stato un momento straordinario della nostra storia, un momento epico, eroico. I partigiani e le partigiane erano, però, nella maggior parte dei casi persone del tutto normali e per raccontarli ho scelto di evitare ogni retorica: credo che sia questo a farli sentire più vicini ai miei giovani lettori. La maggior parte dei partigiani, quando ha cominciato a combattere il nazismo, non sapeva neanche sparare. Erano studenti, insegnanti, operai… e hanno scelto di non stare a guardare, ma di combattere la dittatura. Nel libro poi ho inserito una storia un po’ magica legata alla piccola Giuditta, una bambina non vedente che forse ha dei poteri speciali, e forse no. È una cosa che amo fare nei miei libri: intrecciare la realtà a elementi fantastici e questo piace molto a chi mi legge.

Giuditta, Harriet, Jo, la protagonista di Antigone sta nell'ultimo banco, Tommy protagonista di Oh freedom, Fatima e Maria, protagoniste di "Dalla parte sbagliata" … i tuoi protagonisti hanno qualcosa in comune tra di loro?
Alcuni di loro sono persone realmente esistite e hanno vissuto esistenze straordinarie come Harriet Tubman, l’eroina di Oh Harriet che ha salvato migliaia di schiavi neri in America. Lei è stata una figura esemplare, mentre in altri romanzi racconto di ragazzi e ragazze comuni, anzi, timidi e un po’ imbranati proprio come ero io alla loro età. Quello che però hanno in comune è il coraggio di non accettare le ingiustizie e di schierarsi dalla parte giusta con gesti di coraggio, piccoli o grandi che siano, ma che possono cambiare le cose. Lo ripeto sempre ai ragazzi che incontro: trovate anche voi la voce per dire “Io non ci sto” quando vi accorgete di gesti razzisti, violenti o discriminanti.

Nei tuoi libri i temi sociali sono molto presenti. Come scegli le storie che racconti?
Molta ispirazione la traggo dalla lettura dei giornali. Ci sono notizie che sconvolgono noi adulti, figuriamoci l’effetto che possono avere su chi ha 12 o 13 anni. Viviamo in un mondo spesso ingiusto, violento e crudele e dobbiamo trovare il modo di parlarne con i nostri figli, perché è inutile cercare di proteggerli sotto una campana di vetro.

Tu definisci i tuoi lettori degli “adulti che sono momentaneamente dei ragazzi”. Cosa intendi? E perché hai scelto di scrivere per loro?
Questa mia definizione si lega con quanto spiegato prima: i giovanissimi si trovano a vivere in un mondo dove ci sono razzismo, discriminazione, guerre e flussi migratori. È il mondo in cui vivono ora e in cui vivranno da adulti. Vanno preparati ad affrontare la complessità e questa è la ragione principale per cui scrivo romanzi per ragazzi: sento di avere una responsabilità verso gli adulti di domani e, avendo fatto l’insegnante per tanti anni, in un certo senso mi è venuto sin da subito spontaneo scrivere per loro. 

Sono molti anni che scrivi libri e che incontri i tuoi giovani lettori. Trovi che siano cambiati rispetto a quando hai cominciato?
Dopo il lockdown qualcosa è cambiato tra i ragazzi che incontro nelle scuole; avverto da parte loro un maggior senso di smarrimento. Proprio per questo i progetti di lettura e gli incontri con gli autori sono importantissimi: non si tratta solo di far leggere uno o due romanzi durante l’anno, ma di dar loro la possibilità di sviluppare il senso critico. 

Ma ora è il momento di salutare Francesco. Ha di nuovo la valigia pronta: lo aspettano piccole lettrici e piccoli lettori in giro per l’Italia.