SANPA: la vera storia di San Patrignano

Caro lettore,

avrai sentito parlare moltissimo, nell’ultimo mese, della vicenda storica di Vincenzo Muccioli e della comunità di San Patrignano, avrai visto le cinque puntate della docufiction di Netflix aprire di nuovo una serie di interrogativi, di questioni morali profonde cui è veramente difficile dare una risposta: fino a che punto è lecito spingersi per salvare una vita? È giusto violare la libertà individuale, il volere della persona fino alla costrizione, alla violenza fisica? Che cosa succede a un’organizzazione nel momento in cui passa dall’essere una famiglia allargata a un paese popoloso che va governato? E Vincenzo Muccioli fu un santo laico, un personaggio ambiguo o semplicemente un uomo con le sue luci e ombre?

Tra le fonti principali della docufiction diretta da Cosima Spender c’è un libro, un’opera che uscì nel 1996. Si intitolava La quiete sotto la pelle e, per varie ragioni che il suo autore Fabio Cantelli Anibaldi spiegherà nell’introduzione a questa nuova edizione che ti presentiamo, non fu letta praticamente da nessuno.

Fabio Cantelli Anibaldi è uno dei testimoni più importanti della docufiction, ma Sanpa, madre amorosa e crudele, come ha deciso di reintitolare il suo memoir, non è una semplice narrazione di quell’esperienza cruciale che, già all’epoca, generò polemiche, contrapposizioni, processi.

Sanpa, madre amorosa e crudele è un’opera di letteratura, un libro che, riemerso all’attenzione del mondo per circostanze fortuite, è però destinato a durare, perché la sua forza non sta nel raccontare un fatto di cronaca avvincente, inquietante e divisivo, ma in una scrittura meravigliosa, in uno sguardo profondo, spietato e pietoso al tempo stesso, in una riflessione morale che fa l’unica cosa che, alla fine, è giusto fare: trascendere la cronaca, le opposizioni e le polemiche e mettere tutto su un piano più alto.


Antonio Franchini