Il rumore dei desideri secondo Paolo di Paolo

Scrivere un romanzo per gli adolescenti è una sfida non da poco: i teenager sono lettori esigenti ma sfuggenti, e molti di loro si sono allontanati dalla lettura “tradizionale”, attratti dagli infiniti contenuti offerti dalla rete. Si informano, si incontrano e si raccontano soprattutto sui social e riconoscono a pelle chi parla di loro senza averli prima ascoltati e capiti. 

Per entrare in contatto con loro bisogna avere un dono raro e prezioso, quello dell’ascolto empatico, dono che Paolo Di Paolo possiede. E lo possiede anche una delle protagoniste del suo ultimo romanzo - I desideri fanno rumore: si chiama Caterina, ed è una tipa fuori dagli schemi che un giorno scopre di riuscire a sentire i desideri delle persone che la circondano. 

Abbiamo incontrato Di Paolo e gli abbiamo chiesto perché ha deciso di parlare ai ragazzi attraverso una storia che parla di amicizia, solitudine, paure e sogni sullo sfondo della pandemia e della DAD. 

Non volevo fare una cronaca di quello che è accaduto in questi ultimi due anni, mi interessava piuttosto sondare il materiale emotivo legato al trauma, insieme collettivo e individuale, della pandemia. Forse lo spunto me lo ha dato un articolo che avevo scritto per il quotidiano La Repubblica: nella primavera del 2020 due studentesse avevano chiesto alla ministra Azzolina di riaprire la scuola per un solo giorno, l’ultimo, così da permettere di salutarsi di persona, dopo mesi di DAD. Ovviamente non fu possibile accontentarle, ma il solo fatto che esprimessero questo desiderio fu interpretato da molti lettori come un atto di egocentrica indifferenza verso la tragedia che si stava consumando nelle corsie degli ospedali e in tante case. La società degli adulti non riusciva a sintonizzarsi con i bisogni dei giovanissimi: non li ha – giustamente - accontentati, ma non li ha neanche ascoltati. Ci siamo proprio dimenticati cosa vuol dire avere 15 anni? Beh, se qualche volta riusciamo a ricordarcelo, allora capiamo che i desideri a quell’età sono confusi, contraddittori e spesso impellenti. E che spesso a quell’età riconoscerli ed esprimerli è difficile.

Nel libro, grazie al potere improvviso e temporaneo di Caterina, i desideri si fanno sentire, eccome. Il suo è un dono che porta con sé anche responsabilità e fatica perché la costringe a entrare in relazione con gli altri, anche con chi non le piace affatto. Dovrà fare i conti con i propri pregiudizi e si troverà a instaurare relazioni profonde con persone molto diverse da lei, scoprendo nei propri coetanei le stesse sue insicurezze, paure e fragilità. Letizia, tra tutti, riserverà non poche sorprese…

Letizia è un personaggio interessante, perché è ambigua, antipatica, dispotica e complicata. Il suo desiderio profondo di sparire è pari a quello altrettanto forte di essere guardata, ammirata, invidiata.
Sembra contraddittorio, ma non lo è. Negli anni dell’adolescenza c’è un’oscillazione continua tra il nascondersi e il mostrarsi. Per questo Letizia costruisce un’immagine di sé sicura e aggressiva mentre la sua realtà emotiva è tutt’altra. E solo quando qualcuno, Caterina, riuscirà a sentire il rumore di quelle emozioni, Letizia potrà mostrarsi per chi è davvero. In fondo nell’amicizia si cerca proprio questo: qualcuno che ti veda davvero. E non servono centinaia di follower, basta lo sguardo di pochissime persone a fare la differenza: tu esisti quando qualcuno ti guarda dentro, ti comprende, ti accoglie.

Gli adulti in questo libro sono figure di sfondo. Come mai questa scelta?
Dovevo adottare un punto di vista, e ho scelto quello di Luca, l’amico di Caterina. Ai suoi occhi, gli adulti contano poco, i rapporti con i coetanei sono più importanti. Ma succede, nel libro come nella realtà, di incontrare un adulto, magari una professoressa, che ti tocca, ti sollecita, ti scuote e ti invita a riflettere su quello che ti sta accadendo. Il rapporto con gli adulti, in quegli anni, resta comunque intermittente. 

E tu come sei riuscito a dare una voce così credibile al gruppo di ragazzi che popolano le pagine di questo romanzo?

Io amo prendere i mezzi pubblici: sul bus vedo tante ragazze e tanti ragazzi e mi piace osservarli, guardare come si muovono, in che modo si cercano e si sfiorano. Ascolto cosa si dicono e come. Per il libro ho messo in connessione tutto il materiale “rubato” sul bus con quello raccolto per le mie inchieste giornalistiche e nei miei incontri nelle scuole. Alcune loro frasi sono entrate direttamente nel libro. E poi certo, ho rapportato il tutto a quello che ho vissuto io alla loro età.

I desideri fanno rumore è un libro che appassionerà i giovanissimi lettori perché intenso, divertente, profondo e leggero insieme. E se per caso qualche adulto, genitore o insegnante, volesse ascoltare il rumore dei desideri dei propri figli o dei propri allievi, il romanzo di Paolo di Paolo è un ottimo punto di partenza.