Dario Cecchini e Alessandro Rossi tornano a far ridere tra omicidi e templari

A un anno di distanza dall’uscita de Il mistero della finocchiona a pedali, il primo giallo a colori - come lo definiscono loro -, la strana coppia Cecchini/Rossi torna in libreria con un nuovo intricatissimo caso. Ancora una volta un fatto di sangue turba il panorama idilliaco di Panzano in Chianti e tutto il paese ne parla, si arrovella, indaga, si intromette e aiuta il valente Maresciallo Sarra a scoprire il perché e il percome della morte di un giovane cantiniere. 
Si intitola L’enigma della vacca intera e un ruolo importante lo giocano templari, quadri, vigneti scomparsi e abati. Non possiamo dire di più: sarà anche a colori, ma sempre di giallo si tratta. 

Siamo però andati a Panzano a fare due chiacchiere con gli spassosi autori del libro, Dario Cecchini, il macellaio più famoso del mondo, nume tutelare della bistecca doc, e Alessandro Rossi che, oltre a scrivere romanzi di successo, è giornalista di lungo corso – attualmente dirige Forbes Italia - e panzanese di adozione. 

Chiediamo ad Alessandro: ma cosa c’entrano i templari?
A Panzano è esistito davvero un templare che si chiamava Arrigo da Panzano. Non si conoscono i dettagli, ma qui ha lasciato qualche piccola traccia. Io e il Baldoria (eh sì esiste davvero ed è, oltre che un personaggio fondamentale nei due romanzi, anche un caro amico nella vita vera!) siamo stati anche all’archivio di Stato, ma non abbiamo scoperto nulla. A dirla tutta, sia Baldoria che l’armiere Santini (un altro amico trasformato in personaggio), sono due templari, che girano con lo spadone e con il mantello e ci hanno un po’ ispirato. 

A Dario Cecchini, invece chiediamo di spiegarci cos’è il menù della vacca intera: ha un ruolo importante per la soluzione dell’enigma, ma non solo. Dario, che solitamente prende un po’ tutto sul ridere, diventa improvvisamente molto serio, quasi commosso. 

Per me significa rispettare e celebrare il sacrificio dell’animale. Il macellaio ha un ruolo delicato: deve uccidere gli animali per nutrire le persone. Ritengo che debba farlo con il massimo rispetto. Ecco perché credo che nulla debba andare sprecato e per questo, da sempre, cerco di proporre nei miei menù tutte le parti dell’animale, anche quelle considerate meno nobili. Meno nobili, ma buonissime, se le sai cucinare. A casa mia non si mangiavano bistecche: siamo macellai da generazioni e in famiglia arrivavano solo i cosiddetti “scarti”. Ma che buoni! Bisogna usare tutto, dal naso alla coda. Tutto è buono se cucinato bene. 

Ma con Dario e Alessandro ben presto si ricomincia a scherzare, a “fare il chiasso” come dicono loro. E allora una domanda sulle burle non poteva mancare…

In questo libro in effetti abbiamo inserito delle burle davvero cattive. Noi, in realtà, non siamo così dispettosi, anche se abbiamo una tendenza naturale a prendere per … le mele le persone. Però gli scherzi descritti non li abbiamo mai messi in atto davvero. Più che altro a noi piace molto progettare scherzi complicatissimi che rimangono però solo nella nostra fervida immaginazione. Spesso, ragionando tra noi, diciamo: ti immagini come sarebbe bello… ma poi ci fermiamo lì, in fondo siamo persone quasi serie…

Tra i protagonisti dell’Enigma della vacca intera c’è sempre anche la gente di Panzano. Ma come hanno reagito al primo romanzo?

Molto bene, erano tutti felici di esserci, anzi, chi non c’era ci è rimasto persino un po’ male. Noi non chiediamo mai prima il permesso, e ci godiamo la loro sorpresa nello scoprirsi personaggi di un thriller.
Ci stanno già chiedendo quando uscirà il prossimo romanzo e noi ci stiamo già lavorando, a dire il vero…

I panzanesi sono avvertiti: ancora per un po’ non potranno dormire sonni tranquilli… Alessandro e Dario sono già alle prese con una nuova storia con qualche omicidio e molto “chiasso”.